martedì 2 ottobre 2007

Gigli a Barra

Che speranze ci sono in un risollevamento di Napoli?
C'è ancora da chiederselo dopo episodi del genere?



GIUSEPPE CRIMALDI

Omaggio al boss alla festa dei Gigli di Barra: scatta l’indagine. Un manifesto con dedica al padrino, poi la «scultura» del capoclan Aprea portata in trionfo fino all’alba. Nel mirino degli investigatori il Giglio del boss. I primi a vederlo furono i carabinieri, il 13 settembre scorso. Con quasi tre settimane di anticipo sulla data della festa, il Giglio della famiglia Aprea si mostrò ai militari che eseguivano una perquisizione a Barra in tutta la sua grandezza: il fusto (25 metri di altezza per 40 quintali di peso) era in pieno stato di realizzazione. Ieri è arrivato il grande giorno. La grande parata ha avuto luogo, fino a tarda notte, e tutti hanno potuto vedere sfilare quell’obelisco ligneo, fiore tra i fiori della grande festa di Barra. Ma su quest’appuntamento che segue una tradizione antica restano puntati, tra tanti, anche gli occhi dei responsabili delle forze dell’ordine: non solo e non tanto perché in un momento di generale fibrillazione criminale anche l’area orientale della città resta sorvegliata speciale (il richiamo di migliaia di persone potrebbe costituire lo spunto per fatti violenti e anche di sangue); ma anche e soprattutto per un manifesto che è stato affisso nei giorni scorsi per omaggiare e ringraziare «Mister X, il “padrino” del Giglio» realizzato dalla paranza denominata «Sua Maestà l’Insuperabile». Ma chi è «Mister X?». Esiste davvero? E perché, se esiste davvero, ha preferito nascondersi dietro quello pseudonimo? Decifrare questo presunto mistero non è poi così difficile: e per questo giova tornare a quella data, a quel 13 settembre, quando i carabinieri della compagnia Poggioreale, guidata dal capitano Antonio Caterino, fecero irruzione nel cortile che dà accesso agli appartamenti in cui abita la famiglia di Pasquale Aprea, fratello di Giovanni, detto «ponta ’e curtiello» e considerato il boss dell’omonima famiglia. Quel giorno, nel corso delle perquisizioni, i militari scoprirono un passaggio segreto che dava accesso a un covo superprotetto, forse utilizzato per coprire la latitanza di qualche affiliato al clan Aprea. E, poco distante, notarono anche il Giglio di «Mister X», come documenta la fotografia scattata quella stessa mattina. Torniamo ora al manifesto. Sotto la dicitura «Piedigrotta Barrese 2007» si legge che a organizzare il «ringraziamento» al «padrino» è il «Comitato Crocelle» (l’abitazione perquisita dai carabinieri a settembre si trova, appunto, a un centinaio di metri da piazzetta Crocelle). Ora i carabinieri hanno fatto partire un’informativa diretta in Procura. Si cerca cioè di capire se dietro quei «ringraziamenti» al boss possano esservi notizie di reato o, comunque, fatti che necessitano di approfondimenti investigativi. Poco più di un anno fa, a Crispano, la festa dei Gigli fu sospesa per un episodio analogo: nelle strade fu affisso un manifesto attraverso il quale si invitava pubblicamente il boss della zona a celebrare il trentennale della paranza. Malgrado gli episodi oscuri su cui dovranno fare luce gli investigatori, quella di Barra rimane, in ogni caso, una grande festa di piazza, un evento che coinvolge residenti e non in una 24 ore di divertimenti sfrenati. E il diritto al divertimento delle persone perbene è ovviamente qui fuori discussione. Ma tutto questo non può ovviamente impedire che si svolgano accertamenti utili a dissipare i dubbi peggiori. Va ricordato quel che accadde soltanto un anno fa, quando la polizia chiese ed ottenne dagli organizzatori della festa che venissero rinviate le attività che precedono la grande parata. Il motivo? C’era il serio rischio che le celebrazioni coincidessero con qualche tentativo di rappresaglia, a pochi giorni dal ferimento di una bambina di 6 anni al corso Sirena.





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